Napoli 1576
Antonio Valente cieco, Napoletano per antichità secondo la classificazione dei musicisti partenopei stilata da Scipione Cerreto e organista di S. Angelo a Nilo in Napoli, ci è noto per due volumi di musica per tastiera: i Versi spirituali pubblicati nel 1580 e, qualche anno prima, il volume di cui ci occupiamo, la Intavolatura de cimbalo, edita da Giuseppe Cacchio nel 1576.
Il volume presenta numerosi tratti di originalità: prima intavolatura per tastiera stampata a Napoli, non è compilata in note ma adotta un sistema numerico che non compare praticamente in nessunaltra stampa o manoscritto, italiano e non. La dedicatoria del volume, ad opera di Fra Alberto Mazza, attribuisce a Valente linvenzione di questo metodo di scrittura che renderebbe semplicissime lettura musicale ed esecuzione, tanto da consentire a chiunque, anche giovani rozi che non conoscevano né musica né tasti, di arrivare a suonare in due mesi. Il repertorio dellIntavolatura è molto vario: una fantasia, sei ricercate, un Salve Regina su cantus firmus, quattro intavolature di chansons vocali più o meno diminuite e 9 tra variazioni, danze e danze/variazioni che usano tenori longevi come Romanesca o Zefiro. Mancano composizioni a destinazione liturgica, sia per la destinazione dilettantistica del volume sia forse perché oggetto della successiva pubblicazione di Valente. LIntavolatura è una specie di bignami del repertorio tastieristico del periodo, simile a pubblicazioni spagnole precedenti e napoletane più tarde, come quelle di Trabaci e Majone e in direzione opposta rispetto ai Versetti e alle contemporanee Ricercate di Rocco Rodio, che contengono un unico genere di composizioni.
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